Cos’è il sistema connettivo
Prima parte
Cos’è il tessuto connettivo?
Perché per l’osteopata è così importante ascoltarlo per comprendere il reale stato di salute della persona e trattarlo?
Proverò a spiegarlo passo per passo in questo articolo.
Possiamo definire l’organismo vivente come “Un sistema fatto di sistemi”.
Cellule che compongono organi, organi che si organizzano in apparati, apparati che si relazionano e regolano a vicenda tra loro, rendendo possibile la variegata espressione della vita umana.
L’insieme diventa coerente grazie al fatto che queste parti sono appunto connesse tra loro, attraverso il sistema nervoso che dal cervello si dirama in tutto il corpo, attraverso il sistema vascolare che dal cuore raggiunge tutto il corpo, attraverso il sistema linfatico che da ogni anfratto si riversa sul sistema venoso, e grazie a una speciale struttura che avvolge tutto il corpo ed ogni più piccola parte di esso, mettendo in connessione tutto: il tessuto connettivo o fascia o matrice vivente.
Esso è una sostanza fluida e malleabile in gran parte formata da acqua e proteine insolubili (come collagene e elastina), che pervade e avvolge organi, vasi, nervi, cellule, dando vita a una rete di connessioni (da cui il termine “connettivo”) in grado di ricoprire un ruolo fondamentale per il nostro organismo.
È al suo interno che avvengono gli scambi di sangue tra vasi e cellule. Ha quindi un ruolo centrale per la nutrizione delle cellule e per il loro drenaggio; ma anche per la funzione immunitaria, per l’omogenea distribuzione delle forze che si esercitano sul corpo, per la coerenza di funzione e movimento del sistema in toto, e per la forma unica che ogni corpo ha, grazie soprattutto al collagene al suo interno.
Potremmo dire che il nostro corpo in essenza è tessuto connettivo, al cui interno sono immersi organi, vasi, nervi, e ogni nostra cellula.
Non a caso, infatti, viene anche chiamato “matrice vivente”.
Jean-Claude de Guimberteau, noto medico chirurgo che ha osservato e studiato a fondo il tessuto connettivo, ha dato un grande contributo alla comprensione della biologia umana.
Attraverso l’uso innovativo della video-endoscopia per l’indagine della struttura fasciale in vivo ha dato impulso alla nascita del concetto di “tessuto vivente”. Prima di lui, infatti, il tessuto connettivo era stato osservato solo nei cadaveri, e quindi osservato solo come una struttura più o meno densa e statica.
Egli, attraverso l’endoscopia in vivo, ha potuto mostrare a tutti, come esso sia invece un tessuto altamente fluido e malleabile, in forma e densità, in continuo movimento e riadattamento per rispondere alle forze e sollecitazioni cui il corpo è sottoposto trazione, compressione, taglio, informazioni elettromagnetiche …).
J.C. De Guimberteau ha rinominato il tessuto connettivo” tessuto costitutivo”, in quanto non solo connette tutte le parti del corpo, ma ci costituisce dando forma al nostro corpo, alla nostra immagine, ai nostri stessi e unici tratti somatici e lineamenti, e alla struttura stessa della cellula.
In tal senso, gli studi effettuati da Ingber, noto studioso del tessuto connettivo, hanno dimostrato che il tessuto connettivo che pervade ogni singola cellula, penetrando fin dentro al suo nucleo, ne determina la forma, le sue modificazioni, e può incidere sulla sua funzione.
Le sue ricerche infatti hanno dimostrato qualcosa di straordinario, ovvero che attraverso una pressione esercitata sulla membrana cellulare, si può variare non solo il citoscheletro, ovvero la struttura e forma della cellula, composto da connettivo, ma attraverso questo, anche la sua espressione genica.
Ad ennesima dimostrazione di un principio basico in osteopatia, ovvero che struttura e funzione sono strettamente connesse e correlate: una funzione è possibile grazie a una specifica struttura, e una struttura è tale per poter adempiere ad una certa funzione.
Il tessuto connettivo cambia, si adatta, crea nuovi equilibri
Il tessuto connettivo, come abbiamo detto, è formato in gran parte di acqua, elastina e collagene. Dopo chirurgie, ferite, ed anche infezioni, il collagene al suo interno si moltiplica in modo da rimarginare i tessuti e creare le cosiddette cicatrici.
Ma il connettivo cambia, si riorganizza e si presenta più denso o fibrotico e cicatrizzato dopo ogni intervento chirurgico, infezione, trauma, o a causa di squilibri chimici ed elettromagnetici o importanti stress emotivi.
Le densificazioni del connettivo possono ostacolare gli scambi cellulari, la circolazione nei vasi sanguigni e la corretta trasmissione neurologica, che avvengono tutti al suo interno.
Ciò provoca le cosiddette infiammazioni, l’edema, il dolore, e un deficit di nutrimento nei tessuti e organi che il sangue ostacolato non riesce più a raggiungere come prima. Cellule ed organi privati del loro nutrimento e impossibilitati ad eliminare le tossine, gradualmente, vedono alterata la loro funzione e piano piano possono iniziare a degenerare.
Cosa comporta la modifica del connettivo?
Contemporaneamente ai sopra descritti cambiamenti al suo interno, il connettivo, più a livello generale, come fascia che avvolge tutto il corpo, crea un nuovo equilibrio sia posturale che fisiologico, a supporto e garanzia della corretta vascolarizzazione per preservare la vita e la sua espressione laddove, appunto, è in difficoltà.
Il corpo infatti tende ad abbracciare e chiudersi intorno alla zona di restrizione per ridurre la tensione del connettivo e così dei vasi, nervi e tutte le strutture che lo attraversano. Il connettivo insomma, monitorando e coordinando l’intero organismo, cerca di trovare sempre la giusta soluzione tra le necessità locali e specifiche, e il bisogno generale dell’intero corpo, in modo da garantire sempre un certo grado di efficienza e salute generale.
Cambiando la postura del corpo, l’equilibrio generale, si crea quindi sempre un effetto domino che modifica tutti i sistemi del corpo e il loro funzionamento. Ma è vero anche il contrario: ogni squilibrio fisiologico, a qualsiasi livello, altera a sua volta il connettivo.
Grazie a questo ruolo centrale di coordinatore del corretto funzionamento dell’intero organismo, come della più piccola cellula, il tessuto connettivo rappresenta una via di accesso privilegiata per comprendere e agire sullo stato di salute complessivo del corpo, ed è per questo che il lavoro dell’osteopata si centra proprio sull’ascolto e trattamento di questo tessuto.
L’obiettivo del terapista manuale esperto è quello di fluidificarlo e ridurre le tensioni al suo interno in modo da permettere:
- l’eliminazione delle tossine accumulate nel tessuto che creano, edema, compressione, infiammazione e dolore
- la restaurazione della giusta nutrizione dei tessuti, grazie ad un’efficiente irrorazione sanguigna, e conseguente arresto dei processi degenerativi
- una postura più distesa e maggior mobilità locale e generale
- una maggiore consapevolezza del corpo e di ciò che accade in esso.
Eppure, c’è ancora un aspetto sorprendente e fondamentale da conoscere circa le possibilità del tessuto connettivo, ma ne parlerò nel prossimo articolo (seconda parte dell’articolo).
Seguimi se vuoi, cercherò di volta in volta di farti comprendere sempre di più le meraviglie del nostro corpo!
Buona Salute Condivisa!
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