L’ernia iatale è un problema piuttosto diffuso, sembra che interessi fino il 60% della popolazione. Nella metà di questi casi, all’ernia iatale sono associati anche sintomi tipici del reflusso gastroesofageo.
Si distinguono due diversi tipi di ernia iatale: da scivolamento e para-esofagea.

L’ernia da scivolamento è la più frequente (circa il 90% dei casi); si caratterizza per il passaggio di una porzione dello stomaco attraverso lo iato esofageo, in cavità toracica, provocando reflusso gastro-esofageo. È in questo caso che l’osteopatia può essere d’aiuto.

L’ernia da rotolamento, o para-esofagea è una condizione più rara e pericolosa della precedente, di competenza esclusivamente medico-chirurgica. In questo caso la giunzione tra stomaco ed esofago rimane nella sua sede naturale mentre il fondo dello stomaco passa nel torace attraverso il cardias.

Il reflusso gastro-esofageo è uno dei disturbi più frequenti a livello gastrointestinale. Solo in Italia si calcola che ne siano colpiti 4 milioni di persone!

Cos’è il reflusso gastroesofageo?

Quando ingeriamo il cibo, esso procede verso il basso, dall’esofago verso lo stomaco. Il passaggio tra i due organi è regolato dallo sfintere esofageo inferiore (LES), che impedisce, chiudendosi, che il contenuto dello stomaco risalga nell’esofago. Se ciò non avviene correttamente, il contenuto dello stomaco risale nell’esofago (il reflusso) e l’acido cloridrico dello stomaco entra a contatto con la mucosa dell’esofago, provocandone l’infiammazione (esofagite) con sintomi quali
⦁ Bruciore retrosternale (pirosi)
⦁ Rigurgito (liquido amaro nella cavità orale)
⦁ Disfagia, eruttazioni, faringiti, disfonie, tosse irritativa, otalgie, raucedine
⦁ La maggior parte dei pazienti manifesta anche cervicalgia, dorsalgia, dolori al petto e cefalea

Alcuni fenomeni di intensa acidità e bruciore gastrico possono anche derivare dall’abuso di anti-infiammatori non steroidei (FANS) o cortisonici, o all’ assunzione di anticoagulanti, antiblastici, antidepressivi, inibitori della ricaptazione della serotonina. È il medico che in questi casi interviene con protettori gastrici (antiacidi, anti H2, PPI) per modulare l’effetto indesiderato dei primi farmaci.

L’approccio medico tradizionale per ernia e riflusso può essere farmacologico o chirurgico.

L’approccio farmacologico normalmente prevede la somministrazione di antiacidi, anti H2, PPI (inibitori di pompa protonica) che inibiscono temporaneamente la secrezione acida nello stomaco. Questa terapia, pur dando indiscusso sollievo nei casi acuti, e prevenendo l’instaurarsi di più gravi problematiche come l’ulcera, contrasta solo temporaneamente gli effetti prodotti dall’ eccesso di acidità, non risolvendo il reflusso né la sua causa… Nei casi cronici infatti, interrompendo la cura, i sintomi ricompaiono nel giro di alcuni giorni. Questi farmaci inoltre, come da foglietto illustrativo, possono essere presi solo per brevi periodi di tempo (generalmente non più di 20 giorni) a causa dei loro effetti secondari, soprattutto nelle terapie prolungate. Malgrado questi risultati, è fatto noto che chi ne fa utilizzo, non trovando un sollievo definitivo, ed essendo un facile prodotto da banco, frequentemente ne abusa per diversi anni.

LA FDA (FOOD AND DRUG ADMINISTRATION) degli Stati Uniti in riferimento agli ultimi studi scientifici sui PPI, che riportano effetti avversi rari, ma molto gravi come diarrea da da Clostridium difficile, fratture, grave ipomagnesemia, e rischio di morte prematura, indica che una cura a base di inibitori della pompa protonica non dovrebbe mai superare le 4 settimane consecutive, come anche sottolineato dalla Fondazione Veronesi nel suo sito internet.

Altri studi realizzati dall’Università di Stanford e dal Houston Methodist Research Institute hanno evidenziato come l’assunzione prolungata di inibitori della pompa protonica possono essere causa di rischi cardiovascolari importanti, come l’infarto del miocardio.

Altri studi riportano i seguenti rischi:

-proliferazione batterica nel piccolo intestino (SIBO)

-carenza di vit.B12 e mal assorbimento di molte vitamine e minerali. (Ridurre la produzione di succhi gastrici provoca una digestione deficitaria e possibile mal assorbimento degli elementi nutritivi)

-aumento da 3 a 10 volte di secrezione di gastrina (associato al rischio di tumore gastrico)

-infiammazione intestinale. I Ppi possono ridurre i livelli extracellulari di adenosina favorendo patologie infiammatorie croniche intestinali.

-problemi renali

Una completa review degli effetti avversi da PPI si trova qui
https://www.cureus.com/articles/50133-adverse-effects-associated-with-proton-pump-inhibitor-use

Alcuni riferimenti scientifici su quanto sopra descritto:

https://www.fda.gov/drugs/drug-safety-and-availability/fda-drug-safety-communication-low-magnesium-levels-can-be-associated-long-term-use-proton-pump

http://www.cmaj.ca/lookup/doi/10.1503/cmaj.150570

https://bmjopen.bmj.com/content/7/6/e015735

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26061035/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6822659/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26130997/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20458083/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22710578/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17190895/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4254461/

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0378512209002345

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4462578/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4462721/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27520327/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1358279/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6415482/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23670724

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4571830/

 

L’approccio chirurgico viene riservato a soggetti giovani in ottime condizioni generali, che necessitano di una terapia continuata ad elevati dosaggi. Le possibili indicazioni alla terapia chirurgica sono: refrattarietà al trattamento medico, necessità di aumentare il dosaggio di farmaci, scelta del paziente in favore dell’intervento, complicanze ripetute della malattia, esofago di Barret, stenosi esofagea, sintomi atipici, ernia iatale voluminosa o ernia paraesofagea.

L’operazione che si esegue di solito è chiamata fundoplicatio o plastica antireflusso. Questa operazione serve a ricostruire la valvola tra esofago e stomaco. L’operazione viene fatta in due modi: in modo tradizionale (aprendo il torace) o in laparoscopia. Secondo dati riportati dagli stessi centri medici che la praticano, nell’80% dei casi i sintomi scompaiono e il reflusso non torna per almeno 5-10 anni.

Dovuto al fatto che gli antiacidi non possono essere presi per lungo tempo senza rischi per la salute, e all’invasività di un intervento chirurgico, l’ernia iatale e il reflusso gastroesofageo sono sempre di più ragione di consulto osteopatico. I benefici dei trattamenti si sono mostrati in molti casi così evidenti, che sempre più persone ricorrono all’osteopatia per risolvere i fastidiosi sintomi correlati.

Dal punto di vista della medicina funzionale e dell’osteopatia l’ernia iatale e il reflusso, sono l’ultima conseguenza di un disequilibrio pressorio addomino-toracico. Secondo l’approccio osteopatico di Pierre Barral questo squilibrio pressorio è secondario alle alterazioni pressorie in cavità addominale o toracica dovute a tensioni tissutali, che mandano in disfunzione il cardias in relazione al diaframma, e in cui anche il nervo vago può avere un ruolo importante

Il trattamento osteopatico tratta quindi la tensione viscerale (al fine di ripristinare il giusto equilibrio pressorio tra le due cavità) addominale o toracica, e secondariamente riequilibra le tensioni a livello freno-esofageo. Grazie a ciò rappresenta un valido aiuto per ripristinare il funzionamento dell’area e così la remissione dei sintomi

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24567271/

Consigli sull’alimentazione

⦁ Masticare con calma. Questo fattore permette di contenere rigurgiti, accumulo di aria nello stomaco e acidità.
⦁ Consumare pasti leggeri e frequenti e lasciare almeno 2/3 ore tra la cena e il momento del sonno.
⦁ Un’alimentazione scorretta o inadeguata alle esigenze del proprio organismo può esacerbare i disturbi sopra descritti:
⦁ Limitare il consumo di alcool, caffè, cioccolato, spezie, grassi, latte, arance, bevande gassate, che tendono ad aumentare l’acidità gastrica.
⦁ A seconda della stagione e di ciò che si ha disponibile nel proprio territorio, è consigliabile aumentare il consumo quotidiano di patate, carote, cavolo cappuccio, avena, alghe, nespole, olio EVO, albicocche, asparagi, zucca gialla, alimenti fermentati e probiotici, ma anche okra, chirimoya, papaia e mango. La papaia nello specifico, oltre essere un frutto delizioso, è un alimento straordinario per il sistema digestivo. Conosciuto in Centro e Sud America come “l’albero della salute” è, fin dai tempi remoti, consumato per alleviare i bruciori di stomaco e cicatrizzare le ulcere gastriche, con ottimi risultati