L’osteopatia nasce oltre 150 anni fa dal suo fondatore il dott. Andrew Taylor Still (1829-1917), un medico di frontiera del “Far West” americano.
Iniziò come medico militare durante la guerra civile americana, ma gli orrori delle ferite da campo, la perdita della moglie e dei suoi 3 figli che non riuscì a salvare dalla meningite, lo stretto contatto con I nativi americani e le loro conoscenze, gli fecero sentire la medicina tradizionale limitata, spingendolo a una profonda ricerca ed infine ad un nuovo approccio medico che lui chiamò “Medicina osteopatica”.
Rinunciò all’uso dei farmaci e della chirurgia (eccetto nei casi strettamente necessari laddove mancassero alternative, come per gli antidoti ai veleni o le amputazioni per gangrena) a favore esclusivamente di tecniche manipolative manuali per migliorare le funzioni fisiologiche e lo stato di salute.
Il dott. Still considerava il corpo umano, quando meccanicamente in salute, dotato di capacità di autoregolazione e cura innata. Sosteneva infatti che la malattia si potesse instaurare laddove “le ossa fuori posto interrompevano il flusso sanguigno e gli impulsi nervosi” e che quindi il compito del medico fosse quello di rimuovere questi ostacoli alla salute, e promuovere uno stile di vita e alimentare sano. Concepiva la “Salute” come l’armonica relazione tra corpo, mente e spirito. E che la mancanza di questa armonia creasse un “mal posizionamento”, o come diremmo oggi, un tentativo di adattamento corporeo per mantenere le funzioni. Comprese che Struttura e Funzione sono strettamente relazionate, che si influenzano a vicenda per sostenersi ed esprimere la Vita che si adatta ai vari eventi.
Il dott. Still deciso a trasmettere la sua esperienza, fondò la “Baker University”, la più antica università nello stato del Kansas, e nel 1892 l’“American School of Osteopathy”, la prima scuola medica osteopatica al mondo, a Kirksville nel Missouri. A partire della fine dell’800 la scuola avviava una serie di indagini scientifiche per stabilire le relazioni tra le disfunzioni muscolo-scheletriche e le malattie, che la rendono nota oltre i confini del Missouri. Negli anni successivi l’Osteopatia si diffuse in tutto il territorio degli Stati Uniti, e a partire dalla seconda metà del ‘900 in tutto il mondo, assumendo localmente caratteri nazionali propri e una ricerca specifica. Sempre più conoscenze ed esperienze si integrarono (ed integrano ancora oggi) per comprendere il sistema di adattamento del corpo in cui il sistema neurovegetativo ricopre un ruolo centrale.
In Italia l ‘Osteopatia arriva alla fine degli anni ’70 ed il suo riconoscimento come professione sanitaria inizia nel 2018 (legge 3/2018). Ad oggi sono migliaia gli osteopati professionisti in tutto il territorio.
Ciò che spiega la rapida diffusione di questa disciplina è la sua efficacia, il suo approccio causale (cerca la causa del problema), il rispetto dell’integrità della persona e l’assenza di farmaci. A differenza della medicina convenzionale allopatica occidentale, analitica e riduzionista, centrata sul sintomo, la malattia, l’uso di prodotti farmaceutici atti a “silenziare” il fastidio e non privi di effetti secondari o avversi, l’osteopatia cerca di comprendere la ragione di quanto sta succedendo nella sua globalità. Si affida a quanto il corpo con la sua postura, mobilità, qualità di tessuto e informazioni più sottili esprime, e da esso si fa guidare verso la terapia. Attraverso tecniche esclusivamente manuali, accompagna la persona verso un nuovo equilibrio più funzionale, una migliore salute globale e la remissione delle più svariate sintomatologie.
Il disturbo viene considerato come la “spia” di un disagio del sistema nella sua interezza (strutturale e funzionale). Piuttosto che rimuoverlo, l’osteopata tratta una zona distante, apparentemente non correlata, che è invece parte della causa ultima dell’accensione della “spia”, che quindi, in conseguenza al trattamento, si spegnerà.
Visto da questa prospettiva, togliere un sintomo senza lavorare alla sua causa rischia di creare un’interferenza imprevedibile alla capacità innata di adattamento e autoregolazione del corpo, e contemporaneamente rimanda la soluzione del problema a un futuro indeterminato.
È per questo che l’osteopata, per precisa scelta professionale, non ricorre all’uso di farmaci. Utilizza Il tocco consapevole e la manipolazione del tessuto come via privilegiata e non invasiva per sostenere la salute e la capacità innata di riequilibrarsi del corpo rimuovendo gli ostacoli al fluire del sangue e della trasmissione neurologica essenziali all’espletamento di tutte le funzioni vitali.
L’osteopata lavora a servizio delle forze naturali e innate del corpo.
Il corpo specchio della Natura
Quando un fiume è ostruito dai rifiuti la sua acqua si intorbidisce e diventa insalubre. Tutto ciò che in esso è immerso o bagna può subirne le conseguenze, e se lo sversamento di detriti persiste, il fiume può arrivare ad esondare provocando ulteriori danni. Per risolvere il problema non serve sversare prodotti pulenti nell’acqua, fare investimenti faraonici per il contenimento del fiume, deviarne o ampliarne il corso. La soluzione è rimuovere meccanicamente l’ostacolo al flusso dell’acqua, e bloccare l’attività inquinante nel fiume. Tolta la causa, sarà quindi la stessa forza dell’acqua e dei vari aspetti insiti nella natura a riportare la salubrità e la vita nel fiume.
La vita persegue la vita.
La Vita è movimento. Anche all’ interno del corpo (la mitosi cellulare, il fluire del sangue nel cuore e nei vasi, l’attività del respirare, la peristalsi intestinale, l’attività dei microrganismi…), tutto si muove e si coordina per mantenere la Vita in noi. L’essere umano è un EcoSistema, in cui tutte le parti contribuiscono alla vita e alla salute, esattamente come per la Natura.
Dal concepimento alla morte, il nostro organismo si autoregola, riadatta e riorganizza costantemente, in risposta a I vari stimoli interni (neurologici, meccanici, chimici…) ed esterni (emozionali, intellettuali, elettromagnetici, spirituali…). Ogni esperienza vissuta si imprime nei tessuti e qualsiasi cosa lo disturbi, ne ostacoli il movimento a qualsiasi livello, crea un adattamento fisiologico/posturale nel corpo nel suo insieme. La postura è specchio del nostro particolare equilibrio esistenziale e di salute.
L’Osteopatia, secondo l’oggetto del suo trattamento, si differenzia in
strutturale (ossa, muscoli ed articolazioni)
viscerale (organi e visceri interni)
cranio-sacrale (sistema fluidico-membranoso)
neurale e vascolare.
Un buon trattamento osteopatico lavorerà su tutti questi livelli, e li integrerà con gli aspetti psico-emozionali ed energetici della persona.