La Salute: tra energia, movimento ed equilibrio
Prima parte
A volte, quando stiamo davvero male e non troviamo la soluzione, ci chiediamo:
“Dove posso trovare la salute? Ce la posso fare da solo?”
Il corpo, a volte, effettivamente, come il nostro mondo interiore in generale, ha bisogno di un sostegno, e da soli non se ne riesce a venire a capo.
Secondo il problema, ci si può rivolgere a una o ad altra figura professionale, ma ciò che conta davvero, una volta scelta la figura, è sentire di trovarci nel posto giusto per noi e il nostro problema.
L’equilibrio interno al corpo è la risultante di un perenne movimento, uno stato di continuo riaggiustamento reciproco tra tutti gli elementi che ci compongono, e tra questi nel suo insieme ed il mondo fuori da noi.
Per capire meglio cosa vuol dire “equilibrio”, proviamo ad avvalerci di un principio fisico molto noto fin dall’antichità: il principio dei vasi comunicanti. Esso afferma che:
Se colleghiamo tra loro diversi recipienti e versiamo dell’acqua in uno di essi, l’acqua scorrerà tra un recipiente e l’altro, fino a raggiungere lo stato di equilibrio, ovvero la stessa altezza in tutti i vasi, indipendentemente dalla loro forma.
Fonte: Giuseppe Ruffo Nunzio Lanotte, Lezioni di fisica, ed. azzurra © Zanichelli editore 2016
Questo stato di equilibro finale si raggiunge solo se il liquido versato nei contenitori rimane lo stesso e se esso fluisce liberamente da un contenitore all’altro. Ma nei casi in cui il liquido all’ interno non dovesse poter fluire a causa di connettori stretti o ostruiti, il seguente riequilibrio dei livelli, sarebbe impedito, lasciando, probabilmente, qualcuno dei vasi vuoti, altri traboccanti, ed il liquido disperso e inutilizzato.
Il corpo umano
A differenza dei vasi comunicanti, il corpo dell’essere umano è un sistema aperto, qualcosa entra dall’ambiente esterno continuamente, per partecipare al piccolo ciclo interno, e qualcosa esce, continuamente, per partecipare al grande ciclo esterno. Cos’è quel liquido, di cui poc’anzi parlavamo nel sistema dei vasi comunicanti, nel corpo umano?
Sono le fonti da cui traiamo l’energia. Proviamo, per comprendere meglio il tutto, ad avvalerci di un linguaggio figurato. Immaginiamo il corpo come una macchina. Ogni “macchina “per poter funzionare deve rispondere a due condizioni essenziali: che sia perfettamente funzionante in ogni sua parte, e che ci sia sempre a disposizione carburante, o una fonte di energia cui collegarla.
Se tutti i “meccanismi” della “macchina” sono integri, non hanno difetti di produzione e funzionano perfettamente, le fonti di energia umana (acqua, cibo, aria, luce, percezioni, impressioni, ecc.), che dall’esterno si introducono nella “macchina” umana, vengono qui trasformate per poi in parte essere assimilate e utilizzate, ed in parte “eliminate”, ovvero re-immesse nell’ambiente dove partecipano ad altri cicli biologici e nutrono altri sistemi.
Ma come l’acqua dei vasi comunicanti non funzionanti, se le fonti di energia immesse, non riescono a fluire nel loro percorso all’interno del corpo, ecco che la “macchina” umana non riesce a compiere appieno il suo lavoro, ecco che compaiono i primi sintomi, per difetto o per eccesso, e nel tempo anche le cosiddette “malattie”, tanto nel piccolo ciclo interno, come nel grande ciclo esterno.
Ci saranno delle stasi nel corpo che provocheranno degli squilibri: aree con mancanza di energia ed altre con eccessi, e con esso organi con una funzione aumentata o altri con funzione diminuita (secondo l’organizzazione del sistema neurovegetativo), che incideranno nel funzionamento generale della macchina e nella qualità del suo scopo finale, attraverso una pioggia di reazioni a catena lungo tutto il percorso del sistema di comunicazioni per la trasformazione, assimilazione- utilizzazione, e diffusione dell’energia nell’ambiente.
L’importanza di “togliere” i blocchi
È nelle stasi che si rende necessaria un’azione per eliminare gli ostacoli a questo flusso, ridurre gli squilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e quindi della salute.
“Salute” è il termine con cui misuriamo l’efficienza del sistema del corpo umano, risultante dell’interazione tra l’energia che entra in una” macchina” per farla funzionare e il buon funzionamento della “macchina” stessa. Un’energia che fluisce liberamente in una “macchina” ben funzionante, diventa pienamente fruibile per il massimo rendimento di tutte le funzioni della stessa, prese individualmente e nel loro insieme.
Le cause di queste stasi possono essere differenti: meccaniche, emozionali, chimiche.
Le medicine orientali e altre antiche, lavorano sui canali energetici del corpo, stimolando e modulando il flusso di questa energia nei vari distretti del corpo per permettere il conseguente riequilibrio generale; un certo approccio osteopatico, d’altro canto, lavora sul corpo nella sua totalità di manifestazione: sui canali energetici e sulla struttura che li accoglie e veicola. Ovvero, sia sul flusso dell’energia (potenza, quantità, direzione, ostacoli che ne deviano il percorso), quanto sulla funzionalità delle “tubature” che la contengono e veicolano verso un dato luogo.
La realtà del corpo e la sua composizione
Il corpo, in quanto materializzazione dell’energia, lavora con vari stati dell’energia, da quella più sottile e puramente intenzionale ed emozionale (energia elettromagnetica), a quella già trasformata in materia, come cellule, ossa, muscoli, articolazioni, organi, e sistema connettivo che avvolge tutto.
A volte, il blocco nel corpo dipende da una stasi energetica, emozionale, altre volte la stasi energetica è causata da un blocco della struttura stessa, materica appunto; infine, altre volte ancora, il blocco è causato da una miscela delle due componenti, energetica e strutturale.
Ogni approccio sul corpo per essere veramente efficace dovrebbe essere in grado di lavorare su tutte le componenti che formano la realtà globale del corpo: l’energia, la struttura e la buona interazione dei due (indice globale della “salute”).
L’approccio manuale
Un certo approccio manuale sensibile, attraverso azioni meccaniche, dovrebbe sempre puntare a ridare libertà di movimento tanto alla struttura quanto all’energia imprigionata in essa e restituire così ai fluidi all’ interno del corpo (acqua, sangue, linfa, liquor), che sono i trasportatori dell’energia, il giusto impulso per raggiungere tutti i distretti del corpo ed essere a pronta disposizione di tutte le funzioni (movimento del corpo, digestione, respirazione, produzione di enzimi e ormoni, termoregolazione, riparazione, riproduzione… ma anche pensiero, emozioni, e funzioni più elevate e sottili).
Per potersi inserire in modo opportuno in questo delicato, prezioso e complesso sistema, è indispensabile che il terapista abbia sviluppato nel tempo una grande sensibilità e capacità di ascolto dell’organismo umano e dell’espressione della salute in esso.
Conosciamo tutti la frase “Ascolta il tuo corpo”, “Conosci il tuo corpo”, ma cosa vuol dire esattamente “ascoltare” il corpo attraverso le mani, e non solo, per impostare un trattamento veramente efficace ed adeguato ad ogni persona, vista come unità di corpo, pensieri, emozioni e spirito?
Di questo aspetto ne parlerò nel prossimo articolo… Forse per oggi abbiamo già detto tanto!
Seguimi se vuoi, cercherò di spiegarti meglio dove trovare la salute, e di aiutarti a comprendere di più il tuo corpo.
A presto,
Buona Salute Condivisa!
Per capire meglio, leggi anche la seconda parte di questo articolo.
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