Uscire al mondo
L’utero materno rappresenta il paradiso naturale. Madre e figlio crescono in simbiosi. Tutto è Uno. L’utero, il corpo della madre, secondo le leggi della natura, provvedono alle esigenze della nuova vita, accogliendola e proteggendola. Dopo nove mesi, il bambino, raggiunto il giusto stato di maturazione, passa ad una brusca espulsione. Una volta uscito, va incontro a forti stimoli sensoriali, che per il suo sistema immaturo possono diventare delle vere e proprie fonti di dolore e intenso stress. Il parto rappresenta l’evento traumatico per eccellenza, il primo ed il più forte nella vita umana. Ciononostante questo stress naturale, se non sovraccaricato da altri fattori, è facilmente integrato, ricondotto in uno spazio di consapevolezza e crescita, che ne annulla tutto il suo carico stressogeno, facendolo diventare fonte di enorme ricchezza, tanto per la madre, il figlio e tutto il nucleo familiare, come per le persone che facilitano questo passaggio miracoloso.

Il bambino prematuro
Tutti i bambini nati pretermine, dipendentemente dal peso e dalla settimana di gestazione del parto, presentano organi con un certo grado di immaturità. Se il parto è un momento traumatico per tutti i bambini, per quelli pretermine, che non hanno neppure completato il loro percorso di sviluppo intrauterino, lo è infinitamente di più. Il neonato a termine è fragile ed indifeso e necessita di un’attenzione speciale rispetto all’adulto, ma il pretermine, ha bisogno di un’attenzione massima. La priorità in ospedale è stabilizzarlo e muoverlo spesso, per evitare che possa rimanere schiacciato sotto il suo stesso peso (peso che in grembo veniva invece annullato) Un semplice sfioramento può essere doloroso per un neonato pretermine, perché le vie della sensibilità sono ancora immature.

Nelle Tin attrezzate come quelle dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, gli osteopati collaborano con chirurghi, fisioterapisti e tutti gli altri operatori per sostenere la loro salute, direttamente, anche dentro le incubatrici.

Un bambino pretermine dimesso dall’ospedale avrà sicuramente grande sostengo dai trattamenti osteopatici, i quali dovrebbero essere sempre messi in atto per un miglior recupero e crescita.

Anche la mamma del bambino pretermine ha spesso bisogno di un sostegno a sua volta, tanto osteopatico come psicologico ed emotivo.

Troppe mamme, oggi, sono sole dopo il parto, senza una figura di esperienza di sostegno, eccetto per coloro che hanno scelto di avere a fianco un’ostetrica o una doula o che hanno la fortuna di avere una mamma con esperienza e pronta a sostenerle. Tutte le mamme dovrebbero avere la possibilità di essere accompagnate in questa esperienza straordinaria che richiede tantissima energia, coraggio, costante conforto e grosse responsabilità, soprattutto con bambini pretermine.

Il bambino che cresce
Il bambino cresce adattandosi gradualmente al mondo esterno. I suoi apparati raggiungono la maturità in fasi successive fino ad arrivare all’età adulta. Il loro buon funzionamento è altamente dipendente da questa capacità adattativa al mondo esterno. Microbiota, sistema immunitario, sistema nervoso, capacità digerente, respiratoria, riproduttiva etc. vengono stimolati dall’apporto esterno in forma di corretto nutrimento, adeguata attività fisica, e appropriati stimoli ambientali, sociali ed affettivi.

Un cattivo posizionamento in grembo, una nascita traumatica o prematura, delle infezioni/traumi/chirurgie post partum, sono foriere di tensioni fasciali (con ripercussioni neurologiche e vascolari e a catena su tutti i sistemi). I conseguenti adattamenti compensativi potrebbero manifestarsi, già nei primi mesi di vita o successivamente in età più avanzata, con dolori articolari precoci, emicranie infantili, plagiocefalie posizionali, torcicollo miogeno, adattamenti al livello del piede (cavo/piatto/torto tensivo), paramorfismi e dismorfismi (scoliosi), problemi respiratori para-asmatici, digestivi, del sonno, neurologici, etc.

Tutti questi disturbi possono essere prevenuti e migliorati lavorando sulla causa: l’osteopata che lavora in questa direzione ha la possibilità di agire indirettamente su essi e coadiuvare l’attento lavoro dei medici fin dalla vita fetale del bambino.
Con l’avanzare dell’età il bambino è soggetto a innumerevoli traumi, cadute, infezioni, e talvolta anche a interventi chirurgici. Tutti questi eventi andrebbero sempre attenzionati anche da un punto di vista osteopatico, per evitare tensioni e futuri adattamenti posturali che potrebbero creare sofferenze e problemi ben più importanti in età puberale, o in età adulta.

Sono solita fare questo tipo di esempio alle persone che si rivolgono a me: Abbiamo imparato ad andare dal dentista annualmente per pulizia e controllo della bocca per prevenire carie ed altri problemi che se presi in ritardo, ci potrebbero far perdere i nostri denti.  Immaginiamo dunque, cosa dovremmo fare per il nostro apparato muscolo-scheletrico che utilizziamo h24, anche mentre dormiamo?

Bisognerebbe ricordarsi che tutti i processi degenerativi a carico di ossa e articolazioni sono processi graduali, che se presi in tempo e lavorando alla causa, non evolverebbero in fenomeni gravi soluzionabili poi solo con interventi chirurgici.

Se vogliamo assicurarci che il nostro corpo ci accompagni bene fino alla fine dobbiamo imparare a prendercene cura almeno quanto i nostri denti.